
L
a casa editrice che bontà sua, mi pubblica, si chiama Classi.Ha tre città di riferimento: Firenze, Parigi, Porto Alegre, e una nuova rivista critica sulla quale ho l’onore di scrivere (ho esordito con un ricordo per i quaranta anni di “Amici miei”). Il suo nome è Sovrastrutture.
Appena sotto, il numero di questo mese, un promo con la sua visione di intenti e tra le note a margine, un articolo dedicato da Il Pane e le Rose e il mio intervento (doppio) già apparso su questo blog.
Sovrastrutture
Classi Edizioni
Firenze Parigi Porto Alegre
Il collettivo Sovrastrutture è lieto di presentare al pubblico la sua nuova produzione, SOVRASTRUTTURE, rivista di critica del diritto, della filosofia, dell’economia, della psicanalisi…rivista di critica – critica, dunque, come nella buona tradizione marxista italiana, europea, occidentale…
Qualcuno più esperto di noi ha intravisto nel nostro progetto qualcosa degli anni ’70, quando buona parte della produzione culturale nasceva a ridosso del grande movimento di critica dell’esistente che aveva in Italia un baricentro. Questo naturalmente fa piacere, anche a chi non c’era…e siamo in molti.
Oggi il baricentro si è spostato, i grandi movimenti di critica si misurano con delle dinamiche di decostruzione continua dell’esistente, risultato di spostamenti di grandi masse di contraddizioni, proprie delle formazioni economico-sociali in cui viviamo e che ridisegnano scenari sempre più simili ai mondi paralleli dei nostri titoli di fantascienza preferiti.
L’esodo di intere popolazioni che con ogni mezzo stanno attraversando questa metà del pianeta da Sud a Nord sono il sismografo di questo movimento tellurico che scinde ogni cosa.
La prima esigenza che abbiamo sentito è stata quella di aprire un focus su questa scissione, dalla divisione dei popoli alla divisione dell’io. Ci riappropriamo così di uno spazio che noi individuiamo tra il voler essere e il non poter essere, tra esistenza e immaginazione e a modo nostro ripercorriamo l’ordine del discorso proprio sulle tracce di Foucault: invertendone le coordinate.
Proponiamo così a un pubblico che speriamo sia sempre più ampio Le riflessioni di un giurista sul Kafka di Welles, di Reiner Maria Kiesow, – n.1 di Sovrastrutture, ma anche “Il sapere che il capitale si appropria non è più la verità” di Alessia J. Magliacane, – Lacan tra Sade e Marx, n. 1 di Sovrastrutture ,e Il risvolto antropologico del potere, in Politica e psicanalisi, note al caso Wilson di Freud.
E Il soggetto interpellato dopo Althusser e Butler di Jacques Bidet – n. 2 di Sovrastrutture e Agua Virtual: desafios e estrategias na busca do desenvolvimento com resguardo da proteçao ambiental – Zulmar Fachin e Deise Marcelino da Silva, sezione Strutture della rivista – e ancora Constitutions et biens publics mondiaux: deux traditions democratiques pour l’avenir (di Francesco Rubino, sempre nella sezione Strutture).
Né pensiamo si possa fare a meno dei giardini dei giorni: tra desiderio e immaginazione, come letteratura “di genere” nel bel saggio Le filosofe e l’unicorno: verso un immaginario propulsivo con la sua straordinaria bibliografia che ci restituisce la pienezza della ricerca sulla relazione tra corpo e corpi, della sua rappresentazione di Carolina Carriero, Sovrastrutture n. 3 –
Abbiamo ancora molti crediti da riconoscere, dagli autori che non abbiamo menzionato al desk ampio nella qualità e numeroso, ma non possiamo nominarli tutti. In coerenza con il profilo internazionale della casa editrice CLASSI Firenze- Parigi- Porto Alegre, ospitiamo testi e/o autori provenienti da quei contesti mantenendo la lingua originale.
Ciò che ci contraddistingue, dunque è un’umanità varia, persone diverse per generazione, paese, cultura, che in questo realizzano incontri e costruiscono relazioni.
E’ il minimo che possiamo fare.
Collettivo Sovrastrutture Firenze – Parigi – Porto Alegre , Settembre 2015
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° “Sovrastrutture”, una nuova rivista critica
°° “Te lo meriti Alberto Sordi!” (un’introduzione per un cult)
°°° Amici miei