Perchè Ettore Scola è più “Verde” che mai

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«Secondo te chi è più infelice:uno sceneggiatore o un critico cinematografico?» – «Le loro mogli.»

 

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e dici Ettore Scola pensi a Roma. All’Esquilino, il quartiere dove è cresciuto. Al “Marc’Aurelio” dei debutti precocemente adolescenziali. Alla Radio di Alberto Sordi e “Mario Pio”. A Ruggero Maccari e ai Classici del Cinema italiano.

E se non sei propriamente un esperto della Settima Arte, allora, basterà rammentare i titoli iconici. “C’eravamo tanto amati”, “Dramma della gelosia…”, “Brutti, sporchi e cattivi”, “Una giornata particolare”. Ho scritto “iconici”. Lo so. Però, alludevo a “Capolavori”. Monica Vitti, Mastroianni, la Loren, Gassman, Manfredi, la Sandrelli, Giancarlo Giannini. Senza dimenticare lo straordinario Stefano Satta Flores. Stanno tutti lì. Nei suoi racconti. Che hanno descritto, meglio di una fotografia, un’Italia che non c’è più. O forse, che c’è sempre. Mutuando uno stile che ha attraversato generazioni e mode. Grazie a una (auto)ironia persino in anticipo sui tempi. Dotata di un “politicamente scorretto” maliziosamente garbato: “È un disturbo neurovegetativo o è perché sono mignotta?”. (1)

Eppure gli stessi concittadini dell’immenso Cineasta non sono a conoscenza di un particolare importante. Il Regista pluripremiato a Cannes, Mosca e a Berlino nacque a Trevico. Provincia di Avellino. Come Vincenzo, il papà dell’illustre “collega” Sergio Leone e la “sua” Torella dei Lombardi. L’anagrafe dell’Appennino Campano non lesina grandeur, viene da pensare. Se cercate su Wikipedia scoprirete che la Città natale dell’Autore de “La famiglia” è il Paese più antico e più alto della Baronia. Ribattezzato “il tetto d’Irpinia” coi suoi 1090 metri di altitudine pare sia anche il Comune più elevato dell’intera Regione. Borgo importante, dunque. Omaggiato nel 1973.

“Trevico-Torino – Viaggio nel Fiat-Nam” è uno spaccato socio-politico girato con molti interpreti non professionisti. Tra Documentario e Fiction. A proposito di lungimiranze sparse.

Cinque anni fa il Museo Nazionale del Cinema del capoluogo Piemontese e la Fondazione Cineteca di Bologna l’hanno restaurato in digitale utilizzando l’originale negativo in 16mm conservato presso l’Istituto Luce Cinecittà. Torino, Bologna, Roma. Mica male per una realtà che oggi conta appena 855 abitanti?

Ma l’Irpinia è libero pensiero. Contiene moltitudini e silenzi. La devi vivere, o almeno visitarla, per capirlo. I Vinicio Capossela non rappresentano mica una “splendida minoranza” anomala? Piuttosto una conferma. Di quanto le Province siano foriere di ricchezza. Di contaminazioni virtuose. Allora, Fellini (quel “Federico”, che “stranamente” si chiamava così) sta a Rimini come Ettore sta a una Terra meravigliosa. La figlia Silvia lo disse in un momento affatto sospetto:  “Anche se mio padre ha abbandonato l’Irpinia da piccolissimo, il legame con questa terra è sempre stato presente in maniera significativa, questa formazione ha influenzato la sua carriera.”. (2)

Probabilmente si spiega anche quell’empatia con Massimo Troisi. Quasi un figlio. Diretto in tre lungometraggi preziosi. Mai stucchevoli, nonostante la popolarità di entrambi. Avrà contribuito l’essere “corregionali”, parlare la stessa lingua? Chissà.
Quando l’ho visto “spuntare” in “Laggiù qualcuno mi ama” di Martone ho pensato che gli intellettuali finiscono per avere il medesimo sguardo.

 

  • Questo articolo è stato pubblicato sul Quotidiano “Il Mattino” (11 Maggio 2023)

 

(1) “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) – Ettore Scola, 1970

(2) “L’Irpinia omaggia Scola…” –  Maria Fioretti / Orticalab (Settembre 2014) 

📸
– Etienne George/Sygma via Getty Images (1980)
– Mario Tursi/ Archivio Enrico Appetito (1990)

 

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