Youth – La giovinezza

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“La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio.” 

Youth – La giovinezza
(di Paolo Sorrentino, Ita/Fra/Svi/GB 2015)
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L

o ammetto: quando ho visto la locandina ho pensato che la “Youth” del titolo alludesse alla statuarietà di Madalina Ghenea. Per questo adesso prendo in prestito Kafka. (1) 

Avevo dimenticato, però, che Sorrentino è un giovane vecchio. Dovevo immaginare ci fosse un trucco. Un ossimoro. Teso a scompaginare la mia banale associazione dei fatti.

È interessante, infatti, che il Regista napoletano (qui al settimo lungometraggio, il primo dopo l’Oscar del 2013) abbia prospettive così late. Talmente profonde e mature da non collimare con la sua vera età. I Personaggi del suo Cinema, sovente, hanno già vissuto gran parte della vita. Vittorio Gassman parlerebbe a ragion veduta di “un grande avvenire dietro le spalle”.

Così, anzichè cercare qualche recensione di quest’ultima opera (non vi fidate mai troppo di chi le fa), sono andato a leggere qualche intervista. E mi son tornati i conti. Ho scoperto un articolo di Fulvia Caprara per La Stampa, ad esempio. Una confessione con un’esigenza assieme. L’Autore cresciuto al Vomero racconta “la perdita prematura della giovinezza” e “la necessità di sbalordire tutti con il cinema”. (2) 

La linearità dentro non è importante. Contano i rovesci coi loro contrari. Il cannocchiale rivolto verso le Alpi di Boyle è un paradigma. Nessun crescendo rassicurante sulla strada accompagnerà lo spettatore.

Film lento, almeno in apparenza. Ma nient’affatto moscio. Consapevole, piuttosto, dei suoi vezzi: la caricatura di Maradona, Jane Fonda che fa Jane FondaMiss Universo e i massimi sistemi sull’ironia. Nulla di stucchevole. Se li può permettere tutti.

Intanto si sorride. L’umorismo all’americana dei due “mostri sacri” Harvey Keitel e Michael Caine (più di cento lungometraggi da protagonista a testa) offre tanti spunti. Anzi, regala veri e propri moniti. Intorno alla generosità. Sulle emozioni, “che sono tutto ciò che abbiamo”. Le persone hanno paura di toccarsi. E le “Pop Star” fanno “il mestiere più osceno del mondo”.

C’è persino il tempo di soffermarsi sulla scelta tra l’orrore e il desiderio. A patto di sperare. Il Cinismo rimane una Filosofia. Un Futuro ci aspetta sempre. Non è mai tardi per pretenderlo. Del resto, “la vita va avanti anche senza questa stronzata del Cinema”.

Fuori ci attende la Giovinezza. È una promessa.

 

(1) “La metamorfosi” – Franz Kafka

(2) “La giovinezza perduta presto è il motivo per cui faccio film” – Fulvia Caprara

 

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