“L’arte non è l’applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l’istinto e il cervello elabora dietro ogni canone. Quando si ama una donna non si comincia sicuramente a misurarle gli arti.”
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Per quel che valgono le mie parole, posso solo aggiungere che sono d’accordo con lui.
L’amore non ha schemi. Non ha etichette. Si vive sulla pelle. Lo si fa, più che parlarne. E se ti coinvolge, crea dipendenza sana che non ammette valutazioni da ragioniere.
A me infatti, la passione per il Cinema ha tolto ogni equilibrio. Nemmeno lo scorrere del tempo è servito a ripristinarlo, come succede alle persone sane di mente. Ogni volta che sono di fronte a un’opera d’arte, ad esempio, si manifesta la mia personale sindrome di Stendhal.
Niente di catastrofico, sia chiaro. Però, nel mentre che m’accosto a un quadro di una certa importanza, nell’approccio spunta sempre Woody Allen al mio fianco. Con la “terribile vacuità solitaria dell’esistenza” a fare capolino (e a distrarmi). Poi, purtroppo o per fortuna, rientro in me.
Facezie a parte, sabato scorso, come avevo già anticipato ai quattro gatti che mi seguono, ho avuto il privilegio di assistere all’inaugurazione di “Pablo Picasso e altri viaggiatori” – Storie naturali e viaggi spirituali.
La prestigiosa mostra del Marte di Cava de’ Tirreni curata da Marco Alfano che l’ha introdotta (esaustivamente e con dovizia di particolari) in compagnia di uno degli imprenditori che sponsorizzano l’evento, e alla presenza del sindaco della città, Enzo Servalli.
E’ stata un’emozione violenta. Tante opere originali (ben 48) di un mito che la vita l’ha vissuta sul serio. Tutte davanti al mio sguardo, nel borgo diventato la mia nuova casa. Mi hanno stordito.
Ci sono quadri che conoscevo, e altre belle cose invece, sconosciute ai miei occhi.
Come le tante incisioni. O le grandi litografie a colori della serie Barcelona Suite, da togliere il fiato.
Le emozioni della ceramica, che in costiera è prima di tutto storia, e i lavori degli altri artisti importanti approdati su queste coste, chiudono il cerchio.
Sono davvero grato a Giovanna Trezza, Michela La Rocca, Michela Giordano, Gino Ghitti, a e Rosario Memoli, per l’invito.
Mi hanno chiesto di fare delle foto. Non è il mio mestiere, ne sono consapevole. Sono soltanto emozioni che raccolgo egoisticamente. Prima per me e poi per chi ha la pazienza di dare una scorsa a ciò che faccio.
Ma stavolta le ho fatte anche per testimoniare un lembo di bellezza. Per molti a due passi da casa. Perchè sarebbe un peccato non venirla a osservare da vicino, visto che dur(er)a’ fino all’estate.
Un grande cantautore ha scritto che Pablo è vivo.
Cerchiamo di essere vivi anche noi.
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