Le parole sono importanti (in tv)

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“Non amo i paesaggi, né le cose; amo la gente, m’interesso alle idee, ai sentimenti”

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rançois Truffaut è stato (e resterà nell’immaginario) un appassionato di Cinema. Il critico cinematografico (salvato da André Bazin letteralmente dalla strada, via Cahiers du cinéma), e lo sceneggiatore (di Godard, Rohmer, Rivette, Cocteau) faranno da trait d’union al passo dietro la macchina da presa. Forse per osmòsi [gr. ὠσμός «spinta, impulso»] (1)

Questa frase che spesso leggete sul web, alla stregua degli aforismi a buon mercato da cioccolatino, è frutto di una risposta contenuta in un’intervista del 1981. Relativa a una disquisizione un filo più strutturata. Inerente al lungometraggio L’enfant sauvage” del 1970.

“Ho sempre preferito il riflesso della vita stessa alla vita stessa. Se ho scelto il libro e il cinema, all’età di undici o dodici anni, è perchè evidentemente ho preferito vedere la vita attraverso il libro e il cinema”. (2)

Io la penso come lui. E il mio lavoro di questi tempi (con le proporzioni che il lettore è libero di fare) verte su questa idea. Semplice e complessa assieme. Non amo i personalismi. Proprio per pudore mio. Mi piace evidenziare il bello che c’è negli altri. Nelle altre cose.

Perchè scrivo. Questo mi interessa. Principalmente di Cinema. Apparire è un escamotage utile a comunicare meglio. Niente altro. Solo all’occorrenza utilizzo canali ulteriori. Così si spiega la trasmissione radiofonica giunta alla terza stagione che dirigo in tandem. (3)

La televisione, adesso, è “arrivata” quasi naturalmente. La rubrica contenuta in un talk show serale (“Non solo portici”) su un canale locale campano, complice l’invito del conduttore (e giornalista) Antonio Di Giovanni, ha acceso la scintilla.

Col video ho avuto modo di spiegare, con una striscia di pochi minuti, l’importanza di guardare i lungometraggi d’Autore del momento. Matteo Garrone, Yorgos Lanthimos, Fabio Gaudagnino, tramite le appassionanti opere realizzate, hanno aiutato il mio lavoro di divulgazione durante la stagione passata.

L’amicizia (e l’empatia) instauratasi col regista della trasmissione, Roberto Cicco, ha fatto tutto il resto. Con la sua casa di produzione, Viceversa, mi ha proposto di tenere un programma mio, che è diventato nostro.

Senza porci limiti. Nella nostra “equipe”, oltre all’impegno del giovane e volitivo cameraman Francesco Ferrara, ci avvarremo della presenza costante di altri professionisti dell’ambito metaculturale.

Tra i quali l’autore teatrale, poeta e scrittore, Alfonso Tramontano Guerritore (la conduzione radiofonica in sincrono richiamata qualche riga fa, lo rende familiare a chi mi segue), Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, curatori di rassegne di altissimo profilo (“Steno – La Mostra”, “La Dolce Vitti” viatico del nostro viaggio) nonché custodi della memoria di Ettore Scola nel celeberrimo studio EL di Cinecittà.

Last but not least, Aldo Padovano, giornalista de “Il Mattino”, organizzatore di eventi artistici (eterogenei). Deus ex machina del “Giffoni Film Festival” creato da Claudio Gubitosi.

Abbiamo registrato le puntate iniziali. Stasera andrà in onda la numero 1.

Al “Teatro dei Dioscuri” di Roma. L’immensa Monica Vitti sarà la “padrona di casa”. I “responsabili” di cui sopra, Marco e Nevio, con squisito garbo ci hanno prestato le chiavi. Dopo aver redatto un magnifico volume della kermesse (completamente gratuita) che chiuderà il sipario il 9 settembre.

Seguiranno episodi di analogo prestigio.

Ad esempio, dai Teatri Uniti del Presidente Angelo Curti. Per una intera puntata nel Palazzo Reale di Napoli, che ci ha visto ospiti della mostra che omaggia i loro primi trent’anni.

Racconta di Paolo Sorrentino, Toni Servillo, Andrea Renzi, Licia Maglietta, Anna Bonaiuto, Mario Martone, Antonio Neiwiller, Enzo Moscato, Iaia Forte. Aggiungendo una misurata nostalgia di un proficuo periodo di fermento. Possiamo toccarlo tuttora con le mani.

Il “prossimamente” di ciò che troveremo da quest’autunno in sala (Gus Van Sant, Spike Lee, Roberto Andò), inoltre, integrerà l’avventura che ci siamo prefissi. Accompagnandola.

Ne discuteremo subito col fraterno amico, Andrea D’Ambrosio, pluripremiato per “Due euro l’ora” e “Biutiful cauntri” (già al lavoro per il secondo film), con Silvia Luzi e Luca Bellino de “Il Cratere”, e Duccio Forzano, il più importante regista televisivo italiano contemporaneo.

Ancora con Giacomo Rizzo, la cui vasta filmografia partita da Pasolini (passata per Bertolucci) e culminata ne “L’amico di famiglia” promette aneddoti emozionanti, e Antonio Napoli col suo recente e sottile documentario “Così parlò De Crescenzo”.

Al netto di una partenza priva di prove e programmi pilota, cercheremo di offrire un servizio che nessuna rete (nemmeno nazionale o a pagamento) sente di dover dare al pubblico.

Migliorandoci per migliorare. Evitando esercizi di stile. Puntando alla sostanza.

E se verremo brutti persino se siamo belli,
belli pure se siamo brutti, non avrà alcuna importanza.

Conta condividere la meraviglia. Infiltrarla nel vuoto che ci sta togliendo il respiro nei miasmi di un’epoca superficiale. Che dimentica troppo in fretta.

Il martedì, dunque, alle 21.30. Su Rtc Quarta Rete (654 sul digitale terrestre), partnership del progetto. Previste repliche (sovente on line) e la probabile riproposizione su emittenti amiche del territorio nazionale.

Lo sguardo volge a Giancarlo Governi. O a Gianni Minà, Arnaldo Bagnasco, Marco Giusti, Enrico Ghezzi. Inevitabilmente.

I quiz televisivi, il disimpegno rimbambito dei network, che perseguono tormentoni e oroscopi, lo lasciamo a chi gradisce un trattamento da rincoglioniti.

Come Filippo ebbe a dire a Lorenzo che non disprezzava gli uomini, semplicemente (ri)conoscendoli “pochi pessimi, molti vigliacchi e tanti indifferenti”.

Noi siamo contenti comunque. Nostro malgrado, ci batte il cuore. (4) *

 

© Miriam Di Domenico photo 

Carmelo Bene perdonerà la parafrasi (confido nella giusta causa).

(2) “Tutte le interviste di François Truffaut sul Cinema” (Gremese, 2009) – Anne Gillain

(3) Le parole sono importanti (in radio) – 9 Dicembre 2016

(4) “Lorenzaccio” (1986) – Carmelo Bene

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