“Un sogno chiamato Giffoni” di Tito Faraci e Wallie Petrone

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“Prima che qualcuno disegni una storia, c’è qualcun altro che la scrive”

S

ul sito di “Topolino” alla voce Tito Faraci vi spiegheranno in maniera semplice e spontanea questo assunto. (1)

A volte i dettagli si nascondono nei posti meno consueti. O magari, al contrario, negli unici possibili.
L’adolescenza, ad esempio. Che andrebbe conservata. Persino tutelata, coccolata.
Edo, con Marta e Jaco, fa parte della giuria del Giffoni Film Festival. Insieme a tanti ragazzi come loro, provenienti da tutto il mondo. Il Cinema, così, da passione può trasformarsi in sogno. Quello di diventare addirittura regista.
Una nuova versione di “Romeo e Giulietta” sembra l’idea giusta per dirigere un primo film. Prevedendo nel cast, ça  va sans dire, i propri amici. Riuscirà a realizzarlo?
Faraci, sceneggiatore delle “tavole” più iconiche e amate (Diabolik, Tex, Dylan Dog, Capitan America), con “Un sogno chiamato Giffoni”, firma una graphic novel edita da Feltrinelli Comics, coadiuvato dal talento eclettico di Walter “Wallie” Petrone.
Probabilmente, il modo migliore di celebrare i 50 anni del Festival per ragazzi più importante di sempre.
La “Riggiola d’Arte Giffoni 2020”, consegnata ai due artisti in presenza del Direttore del Comicon, Roberto Policastro, ha avuto davvero ragione d’essere.
Claudio Gubitosi ha ribadito la difficoltà nel raccontare la storia della sua Rassegna. La complessità di un disegno, a tratti, epocale.
Eppure ha riconosciuto la particolarità di quest’opera, volta a rendere la magia d’insieme del luogo unico e inimitabile da lui ideato.
Il fumettista nato a Gallarate, dal proprio canto, ha espresso stupore rispetto all’attuale edizione. Complimentandosi davanti ai Giffoners in sala. Non era affatto scontato far ripartire la “macchina”.
Ecco perchè la sfida è stata quella di tornare ragazzo, recuperarndo lo spirito del protagonista del romanzo a sequenze: “Il libro è composto di strisce orizzontali Widescreen, come se fosse tutto filmato attraverso uno smartphone, sfidando il lettore a rincorrere le voci attraverso le nuvolette che si affollano e sovrappongono”.
Wallie l’ha fatta ancora più semplice: “Come la disegnerebbe Cavazzano?”
Quando hai 25 anni la spontaneità ti appartiene di default, specie se fai un esordio su uno script altrui: “Giorgio e lo stesso Tito fanno parte del mio DNA fumettistico. Mi ha aiutato molto a sfangare certe situazioni in cui non sapevo che pose ed espressioni conferire ai personaggi.”
C’è stato un tempo recente che appare lontano. Il lockdown ha condizionato/condiziona progetti e prospettive. E poi c’è un tempo lontano che invece diventa vicinissimo: le lezioni dei Maestri offrono lo spunto per trasformare ogni difficoltà in una possibilità.
Hugo Pratt si definiva “autore di letteratura disegnata”. Parlava di avventura come ricerca.
Gli eredi di una tradizione ci trasmettono un linguaggio antico e moderno.
Da lettori abbiamo l’opportunità di coglierlo.

 

 

https://www.topolino.it/cartoon-author/luvca-tito-faraci/

© ph. Giffoni Film Festival (2020)

 

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