Gianni Fiorito – È stata la mano di Dio

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“La speranza è nell’opera. Io sono un cinico che ha fede in quel che fa”

A

Gianni Fiorito quest’assunto di Vincenzo Cardarelli son sicuro possa piacere. Non perchè sia cinico.

Ma ha tanto dell’ironia di un Flaiano.

Pare che l’intellettuale pescarese in tal modo descrisse la morale de “La dolce vita”. (1)

“E che dovevi fare tu con Giurisprudenza?”. Il complimento, dopo pochi minuti che ci siamo stretti la mano, passa attraverso una domanda retorica.

Inorgogliendomi. Provo a dissimularlo con scarso successo.

Stiamo nel PAN di via dei Mille. M’ha aspettato per vedere assieme la Mostra di un collega, Caio Mario Garrubba. (2)

Gli piace, me ne accorgo facilmente. Perchè si “riconosce” negli scatti.

Anzi. Con grande umiltà sottolinea che alcune fotografie hanno il “suo” stile. Sente la “parentela”.

Così, apro un catalogo che m’ha appena donato. C’e’ dentro uno scatto dell’84 a Pianura. (3) Faccio fatica a distinguerlo da un’immagine speculare appesa al muro in quel momento.

Ha proprio ragione. Del resto di uno che sorride con gli occhi mi fido a prescindere.

Sto nel suo quartiere, la Napoli “bene” di Chiaia. Dalla quale già da ragazzo “se ne fuggiva”. Preferiva le zone limitrofe flegree. Soccavo, Fuorigrotta. L’Italsider di Bagnoli.

Un giorno ha chiuso i libri di Economia e Commercio per diventare quel che ha scelto d’essere: un Fotoreporter. La Fotografia di scena è venuta appresso.

Al Mann, ora, c’è la sua Personale. Curata da Maria Savarese. Coi 51 scatti realizzati sul set di Paolo Sorrentino. Per l’ultimo, celebratissimo, “È stata la mano di Dio”. (4)

Sono meravigliosi. Nemmeno lo dico più. Tanto, sa che lo penso.

Stanno collocati in mezzo alla Collezione Farnese. E’ una soluzione apparentemente ridondante. Penso.

Che però ha ragione d’essere. Finisce per convincermi. Ascolto un iter garbatamente “avventuroso”.

All’Artista che integra la narrazione di Malick, Ozpetek, De AngelisDi Costanzo, Capuano, Roberta Torre, puoi solo “incollare” la battuta di “Donnie Brasco”.

“Che te lo dico a fare!?”

Quasi pranzo. L’aperitivo “scivola” a Piazzetta Rodinò. Mentre per strada incrociamo Enzo Gragnaniello, prima, Sal Da Vinci, poi.

Li osserviamo manco fossimo turisti. “Qui è la prassi”, aggiunge sornione.

Esce in mezzo il discorso del calcio. Siamo maschi, ci può stare.

Parte tutto casualmente da Bruscolotti. Il primo capitano di Maradona, detto “Palo ‘e fierro”. Un aneddoto relativo a un popolare scrittore diventa un assist.

Mi faccio uscire di bocca che non son riuscito (avrei voluto) a vedere giocare dal vivo Boninsegna. Ribattezzato “Bonimba” da Gianni Brera. (5)

E scopro che quel “battesimo” è pure una probabile password: siamo tifosi della stessa squadra. Allora m’invita a leggere un libro che posseggo e ho solo sfogliato.

C’avevo scorto appena l’episodio di Angelo Curti sulla Moto Guzzi. E non che lui chiami la “Beneamata”Internazionale. Col Premio Oscar si “becca”, sovente, scherzando.

Comprendo finalmente il motivo di una battuta interpretata da Massimiliano Gallo (“Perché sono un tifoso dell’Inter, Eminenza!”) in “The Young Pope”.

Finiamo col discutere di altri personaggi, quali Teresa Saponangelo, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Diego De Silva.

Alcuni rappresentano persino amicizie in comune.
Concordiamo sul fatto che Pietro Marcello sia assai bravo.

E ci separiamo all’angolo di Piazza Plebiscito. D’accordo sul fatto che quel terzino non deve essere venduto.

La prossima volta se non cambia idea mi regalerà un’intervista “canonica”. Magari accennerà a quell’articolo dove l’hanno definito “necessario”.

“In cambio” porterò un videomaker. Almeno registro tutto. Al momento posso tenermi stretta una nuova, insperata, amicizia.

Proverò a raccontarla in futuro. Condividendola con pazienza.

Enzo Moscato, una volta, mi suggerì che da tavola non bisogna mai alzarsi troppo sazi.

 

(1) “Da Flaiano risponde” (1959), citato in “Noi che abbiamo fatto La dolce vita” di Tullio Kezich (Sellerio, Palermo, 2009)

(2) “La Napoli umana di Caio Mario Garrubba in mostra al PAN” – fanpage.it, Gennaro Marco Duello

(3) “Come eravamo” (2004) – Gianni Fiorito, Silvana Editoriale

(4) “È stata la mano di Dio. Foto di Fiorito al Mann” – ANSA

(5) “I soprannomi coniati dal Poeta del Calcio” – Sky Sport

 

© Mia Di Domenico photo

 

 

 

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